14 ottobre 2005

Track 07 - Gone

lyrics

L’ora del consueto appuntamento era finalmente arrivata. Se Samy fosse stato più maturo, probabilmente avrebbe cominciato a provare una crescente inquietudine riguardo a quello che stava diventando un rapporto di dipendenza. Ma Samy aveva solo 13 anni, e l’unico pensiero che gli passava per la testa era che non vedeva l’ora che arrivasse il momento stabilito per il collegamento.
Come le altre volte si era intrufolato attraverso il minuscolo buco nella recinzione, aveva camminato sulla striscia di cemento su cui una volta ragazzi appena più grandi di lui avevano corso, pattinato, erano andati in bicicletta, ed era arrivato sulla spiaggia, in vista del mare. Di fronte a lui il sole stava tramontando, accendendo l’orizzonte di rossi e arancioni, e a Samy tornò in mente la lezione di quella mattina, quando l’insegnante aveva spiegato che a causa dell’inquinamento atmosferico il caratteristico colore azzurro del cielo aveva iniziato a sfumare verso l’attuale bianco sporco, e che il fenomeno era visibile soprattutto all’alba e al tramonto, quando i raggi del sole dovevano attraversare uno strato maggiore di polveri.
Le onde si infrangevano sulla battigia, e nonostante tutto la brezza conservava ancora una traccia di odore salmastro e di frescura. Samy respirò a pieni polmoni, seduto sulla sabbia, col notebook aperto sulle gambe incrociate, l’attesa stemperata dalla sensazione di pace che gli comunicava il suono della risacca. Con gesti tranquilli, automatici, infilò l’i-glove e il visore. Delicatamente cominciarono a formarglisi sulla retina delle immagini semplici e leggermente sfocate, per abituare il suo cervello alla nuova realtà visiva sintetica, mentre l’i-glove prendeva possesso dei recettori della sua mano. Con la mano libera accese il trasmettitore satellitare e lanciò dalla tastiera la connessione.
La stanza era ancora vuota, Max era in ritardo o, più probabilmente, lui era in anticipo. Strano l’ambiente virtuale che aveva scelto Max, il giorno prima Samy aveva controllato e aveva scoperto che si trattava della sala di controllo missioni spaziali della NASA, nella seconda metà del ventesimo secolo. Sempre meglio dei paradisi biogenetici a falsi colori che andavano di moda in quel momento…
“Ciao Samy.”
L’avatar che Max si era scelto era un ragazzo di circa 18 anni, molto magro, con viso affilato, occhiali da vista – altro arcaismo – e occhi, castani come i capelli, dolci e malinconici. Impossibile dire se l’avatar rispecchiasse il reale aspetto di Max, e quanto. Per esempio Samy aveva invecchiato i propri lineamenti di qualche anno, li aveva incrociati con quelli di alcuni attori famosi, e per finire li aveva stilizzati secondo i canoni dei fumetti manga.
“Ciao Max, come…”, Samy si bloccò, l’avatar di Max si stava disgregando, mentre una smorfia di dolore gli attraversava il viso.
“Samy, non ho molto tempo. Guarda sul tuo hard…”
Max scomparve e la stanza esplose, i pixel che ne costituivano la trama sostituiti da minacciose scritte di pericolo lampeggianti su uno sfondo di rumore bianco. Samy si strappò il visore dagli occhi e praticamente sradicò l’antenna satellitare dal notebook, preso dal panico. In tutta fretta corse via, per il momento dimentico delle ultime parole di Max, accecato dalle lacrime.

3 Comments:

Blogger SacherFire said...

A una prima lettura non trovavo un legame col momento topico della canzone 'Goodnight and no emotional goodbye', ma poi l'ho trovato (mica detto che lo sia, solo un pensiero mio) è proprio il saluto improvviso tra Samy e Max a rappresentarlo.
Certo che la parte in cui Bono cerca di rimproverarsi, Samy non la vive. Questo è la parte del racconto che non capisco, non avendo trovato un collegamento. Magari non era voluto da te, io però l'ho cercato. 'you hurt yourself you hurt your lover then you discover... what you thought was freedom is just greed' ecco quello che non leggo nel racconto. Spero solo di non essere diventato 'cieco' ;-)

16 ottobre, 2005 23:36  
Anonymous Anonimo said...

ooh! che meraviglia! e come finisce?? c'è un seguito?

chiara

19 ottobre, 2005 16:20  
Blogger Gilthas said...

Chi vivrà vedrà ;-)

Gil/l'autore mi impedisce di anticipare alcunché ;-PPP

19 ottobre, 2005 16:30  

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