23 settembre 2005

Track 04 - If God Will Send His Angels

lyrics

Un mini appartamento al 12° piano di un complesso residenziale che comincia a mostrare segni di decadimento. Primo pomeriggio. Un sole caldo, fin troppo, entra dalle finestre, creando contrasti tra luce ed ombra. Ahmir, vestito in maniera anonima, e Rita sono seduti uno di fronte all’altra. Un tavolo li separa.
“E così sei venuto.”
“Non avevo molta scelta, mi pare.”
“Saresti potuto scappare, come al solito.”
“Scappare… proprio tu mi accusi di scappare.”
Ahmir si alza, va alla finestra, guarda all’esterno.
Il silenzio si prolunga, disturbato solo dall’audio di un televisore a tutto volume, proveniente dall’appartamento vicino, e dal rumore di un elicottero che sorvola la zona.
“Non vuoi sapere dove sono stata, cosa ho fatto in questi anni?”
Ahmir si volta per guardarla, lei non ricambia lo sguardo.
“Io vorrei sapere perché hai aspettato fino a questo momento per farti viva.”
Lei non risponde. Continua a fissare il tavolo. Ascoltando con attenzione si capisce che il televisore sta trasmettendo una televendita.
Ahmir studia l’ambiente, la tovaglia di plastica sul tavolo, scolorita e piena di tagli, il sofà mezzo sfondato, l’assenza di qualsiasi oggetto decorativo, a parte un piccolo crocifisso appeso al muro.
“Perché non sei venuta con me? Perché ti accontenti di questo…”
Rita solleva bruscamente lo sguardo.
“Proprio non capisci, vero?” Lo guarda intensamente, poi torna a fissare il tavolo. “No, non capisci.” Un pallido sorriso si disegna sul suo volto. “Ma del resto questa tua… ingenuità… è sempre stata il tuo punto di forza.”
Si alza anche lei, va al lavello e si riempie un bicchiere d’acqua.
Si sente il rumore di una chiave che gira nella porta d’ingresso.
“Mamma, sono tornato.”
“Samy, vieni. C’è una persona che devi salutare.”
Un ragazzino sui 13, 14 anni entra nella stanza. Si toglie il polveroso mantello phUV e lo posa sullo schienale della sedia dove prima era seduta Rita.
“Questo è… Johnny,” Ahmir trasale “un mio… vecchio amico.”
Samy stringe la mano irrigidita di Ahmir/Johnny, poi guarda Rita.
“Adesso puoi andare a fare i compiti.”
“OK mamma. Arrivederci Johnny.”
Johnny lo guarda andar via, senza dire niente.
“Oh Rita…” Johnny si siede.
Rita sposta il mantello phUV sul sofà e si siede anche lei. Stringe le mani di Johnny.
“Johnny, tu non sai…” Lacrime scivolano sulla sua faccia.

2 Comments:

Blogger SacherFire said...

La musica è struggente, il testo invece, pur se interpretato da Bono nello stesso modo imho, è duro, quasi uno schiaffo dato a chi ascolta. Non risparmia neanche Gesù e questo, per Bono, è tutto dire. Nel racconto trovo un'atmosfera velata, ovattata pur se la storia scritta riguarda un vissuto triste.
Un legame forte tra canzone e racconto è il titolo IGWSHA e il ragazzo, uniche speranze positive.
Oppure sono bravo a non capire, ma questo non sarebbe un problema ^___^. P.S. è la Track 04! ;-)

25 settembre, 2005 11:33  
Blogger Numero 6 said...

Un crocifisso appeso al muro???
:-O

anyway, un po' diabetica...

03 ottobre, 2005 15:04  

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