Track 01: Discothéque
lyrics
I ghirigori di luce laser erano già visibili in lontananza.
Jessie B sentì un fiotto di adrenalina entrare in circolo. Aveva passato tutto il pomeriggio a scegliere cosa mettersi e a truccarsi e non vedeva l'ora di esibire il frutto delle sue fatiche.
Di fianco a lei, la Franci e Keiko, ipnotizzate dalle arcane figure disegnate sulle nuvole.
Tutte e tre stringevano spasmodicamente tra le mani, leggermente sudate per la tensione, gli inviti, indispensabili per essere ammesse al Gehenna, il 'disco-tempio'. Il pensiero sgradevole di quello che avevano dovuto fare per ottenerli svanì dalla mente di Jessie B, soffocato dall'eccitazione.
Al di sotto dei fantasmagorici giochi di luce la Franci notò distrattamente lo squallido paesaggio suburbano, mucchi di immondizia ed edifici fatiscenti, la realtà di tutti i giorni, sfilare al di là dei finestrini del bus.
"Dobbiamo scendere", l'urgenza nella voce di Keiko fece scattare in piedi le altre due.
Le ragazze si unirono alla corrente che lentamente ma inesorabilmente fluiva verso lo scintillante ingresso del Gehenna. Si tenevano per mano, l'eccitazione quasi spodestata dalla paura di perdersi e rimanere sole, sole nella moltitudine di figure imbacuccate nei mantelli phUV, indistinguibili le une dalle altre.
Una bassa vibrazione, percepibile più con il corpo che con l'orecchio, sembrava emanare dalle viscere della discoteca, si insinuava nel subconscio e sussurrava il suo ipnotico messaggio.
Minuti dilatati in ore, spintoni, proteste, e finalmente il lettore a cui far ingoiare l'invito, una scheda magnetica con ologramma anti-contraffazione: Jessie B chiuse gli occhi e trattenne il respiro finché non le mancò il terreno sotto i piedi, segno che l'invito era stato accettato. Durante la discesa, avvolta in una soffocante oscurità interrotta da qualche sporadica lampadina, si tolse il mantello, disvelando il risultato di ore di preparativi.
La pedana s'arrestò bruscamente. La musica l'investì come un martello, il ritmo frenetico e i bassi penetranti dell'ultimo successo dance, destinato a durare poche settimane, come gli innumerevoli predecessori.
Jessie aspettò accanto all'ascensore l'arrivo della Franci e di Keiko, mentre il suo cervello cercava di venire a capo dell'overload sensoriale. Le turbinanti immagini di movimento e luce si risolsero: una pista assediata da corpi e teste ondeggianti, grottescamente contorte nella visione a frame provocata dalle stroboscopiche, fasci di luci multicolore resi solidi dall'aria satura di fumo, e vaghe forme appena accennate nella penombra circostante.
La Franci e Keiko emersero dall'ascensore. Si guardarono con occhi luccicanti, l'espressione di gioia assoluta resa vagamente crudele dal trucco pesante, e si diressero verso il bar.
I ghirigori di luce laser erano già visibili in lontananza.
Jessie B sentì un fiotto di adrenalina entrare in circolo. Aveva passato tutto il pomeriggio a scegliere cosa mettersi e a truccarsi e non vedeva l'ora di esibire il frutto delle sue fatiche.
Di fianco a lei, la Franci e Keiko, ipnotizzate dalle arcane figure disegnate sulle nuvole.
Tutte e tre stringevano spasmodicamente tra le mani, leggermente sudate per la tensione, gli inviti, indispensabili per essere ammesse al Gehenna, il 'disco-tempio'. Il pensiero sgradevole di quello che avevano dovuto fare per ottenerli svanì dalla mente di Jessie B, soffocato dall'eccitazione.
Al di sotto dei fantasmagorici giochi di luce la Franci notò distrattamente lo squallido paesaggio suburbano, mucchi di immondizia ed edifici fatiscenti, la realtà di tutti i giorni, sfilare al di là dei finestrini del bus.
"Dobbiamo scendere", l'urgenza nella voce di Keiko fece scattare in piedi le altre due.
Le ragazze si unirono alla corrente che lentamente ma inesorabilmente fluiva verso lo scintillante ingresso del Gehenna. Si tenevano per mano, l'eccitazione quasi spodestata dalla paura di perdersi e rimanere sole, sole nella moltitudine di figure imbacuccate nei mantelli phUV, indistinguibili le une dalle altre.
Una bassa vibrazione, percepibile più con il corpo che con l'orecchio, sembrava emanare dalle viscere della discoteca, si insinuava nel subconscio e sussurrava il suo ipnotico messaggio.
Minuti dilatati in ore, spintoni, proteste, e finalmente il lettore a cui far ingoiare l'invito, una scheda magnetica con ologramma anti-contraffazione: Jessie B chiuse gli occhi e trattenne il respiro finché non le mancò il terreno sotto i piedi, segno che l'invito era stato accettato. Durante la discesa, avvolta in una soffocante oscurità interrotta da qualche sporadica lampadina, si tolse il mantello, disvelando il risultato di ore di preparativi.
La pedana s'arrestò bruscamente. La musica l'investì come un martello, il ritmo frenetico e i bassi penetranti dell'ultimo successo dance, destinato a durare poche settimane, come gli innumerevoli predecessori.
Jessie aspettò accanto all'ascensore l'arrivo della Franci e di Keiko, mentre il suo cervello cercava di venire a capo dell'overload sensoriale. Le turbinanti immagini di movimento e luce si risolsero: una pista assediata da corpi e teste ondeggianti, grottescamente contorte nella visione a frame provocata dalle stroboscopiche, fasci di luci multicolore resi solidi dall'aria satura di fumo, e vaghe forme appena accennate nella penombra circostante.
La Franci e Keiko emersero dall'ascensore. Si guardarono con occhi luccicanti, l'espressione di gioia assoluta resa vagamente crudele dal trucco pesante, e si diressero verso il bar.
5 Comments:
commento da perfetto ignorante sul tema 'lingua italiana': quel "sembrava emanare dalle viscere della discoteca" appesantisce non poco il periodo; l'avrei tolto.
Discoteque ci si riflette nel racconto, ma c'è una certa atmosfera... un pochino cupa diciamo. Io nella musica non ce la trovo questa atmosfera.
La Franci; non lo vedo bene come nome in un racconto sci-fi.
C'è solo azione; perché sono in una disco? Chi sono? Cosa fanno?
Insomma: Who, Why, What, When e Where.
Non ho mai capito perché in ogni futuro Bladerunner-ish ci deve sempre essere un nome giapponese.
Fedeltà alla citazione?
Uhm, per il momento la curiosità è tanta e non mi sembra poi tanto male, a parte (conordando con Sacherfire) per quel "emanare" che avrei sostituito con "emergere o provenire o propagarsi".
In ogni caso per 12 volte mi collegherò sicuramente.
Giò
Spazio all'Autore ;-P
Sacherfire: l'Ispirazione e l'Arte ha deciso che quel periodo così dovesse essere ;-P
Sambo: la mancanza di risposta allle 'wh questions' è asslutamente voluta. La mia intenzione non era quella di scrivere una/delle storia/e, ma delle impressioni. All'inizio è stato facile, poi mi sono dovuto imporre sulla storia che stava cercando di scriversi.
#6: non ci sono solo nomi giapponesi, ci sono nomi internazionali. Non volevo che il luogo potesse essere identificato con una qualche regione geografica. Poi, più che BR, la citazione è agli anime.
Giorgia: onorato ^__^
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